Analisi linguistica dei testi di Sanremo 2025: tra innovazione e tradizione

Un'analisi approfondita dei testi delle canzoni in gara al Festival di Sanremo 2025.

Il linguaggio dei testi: un appiattimento generale?

Negli ultimi anni, il Festival di Sanremo ha subito un’evoluzione significativa, non solo a livello musicale, ma anche linguistico. Lorenzo Coveri, professore di Linguistica italiana all’Università di Genova, ha analizzato i testi delle canzoni in gara per il 2025, evidenziando una sensazione di appiattimento generale. Secondo Coveri, i testi sembrano essere influenzati dalle piattaforme digitali e dalle radio, dove l’obiettivo non è più vincere il festival, ma creare brani che possano durare nel tempo, aspirando a diventare tormentoni estivi. Questo cambiamento ha portato a una sorta di mediazione linguistica, dove anche i testi più trasgressivi si moderano per adattarsi al mainstream.

Originalità e innovazione nei testi

Nonostante la tendenza all’appiattimento, ci sono sprazzi di originalità nei testi presentati. Ad esempio, due artisti hanno utilizzato termini rari, come “tana” e “granchio”, che non erano mai stati impiegati in precedenti edizioni del festival. Inoltre, Coveri ha riservato apprezzamenti a brani come “L’albero delle noci” di Brunori Sas, che celebra la paternità con immagini evocative, e “Volevo essere un duro” di Lucio Corsi, che affronta le difficoltà della crescita con ironia. Questi esempi dimostrano che, nonostante le tendenze generali, ci sono artisti che cercano di innovare e portare freschezza al panorama musicale italiano.

Il ruolo dei generi musicali e delle lingue

Un altro aspetto interessante emerso dall’analisi di Coveri è la presenza di diversi generi musicali e l’uso di lingue e dialetti. L’hip hop, ad esempio, trova spazio con brani come “La mia parola” di Shablo feat. Guè, Joshya e Tormento, che gioca con il gergo urbano. Inoltre, il dialetto emerge in modo significativo nei testi di artisti come Tony Effe e Rocco Hunt, dimostrando una connessione profonda con le radici culturali italiane. Coveri sottolinea come il napoletano stia diventando quasi la lingua della canzone italiana, mentre il romanesco mantiene una forte affinità con l’italiano standard.

Critiche e osservazioni sui temi trattati

Non mancano, però, osservazioni critiche. Alcuni testi, come quello dei Modà, sono stati definiti “pesantissimi”, mentre molti rapper e trapper sembrano conformarsi al tono medio del festival. La canzone “Damme ‘na mano” di Tony Effe, ad esempio, pur essendo in romanesco, non presenta contenuti controversi. Coveri ironizza sul fatto che non ci sia nulla di scandaloso nei testi, suggerendo che il pubblico sanremese possa rimanere sereno. Tuttavia, in un panorama dominato da temi d’amore e disagio esistenziale, emergono anche riflessioni sulla depressione, come in “Battito” di Fedez, che evidenziano una tendenza a esplorare la malinconia e le difficoltà della vita moderna.

Scritto da Redazione

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