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Un fine settimana ricco di musica
Il fine settimana a Fabrica di Roma si preannuncia emozionante, con eventi che spaziano dalla musica folk del Mediterraneo alla grande musica classica. Il festival, che si svolgerà presso PalArte il 19 gennaio alle 17.30, vedrà protagonisti i Tamburellisti di Otranto, un gruppo di giovani talenti che porta in scena l’energia e le tradizioni musicali del Salento. Questo evento non è solo un concerto, ma una vera e propria celebrazione delle radici culturali italiane.
Tradizioni da proteggere e trasmettere
Il maestro Massimo Panarese, fondatore del gruppo, ha come obiettivo principale quello di aggregare i giovani attraverso la musica. Con il progetto “Radici e tradizioni”, avviato nel 2009, Panarese ha coinvolto quaranta bambini, instillando in loro la passione per la musica popolare. Questo approccio ha permesso di avvicinare non solo i giovanissimi, ma anche appassionati di tutte le età, alla bellezza della musica tradizionale.
Un fenomeno musicale unico
Negli anni, i Tamburellisti di Otranto sono diventati un fenomeno nel panorama musicale nazionale, guadagnandosi la partecipazione a piazze prestigiose e programmi televisivi. Il loro nome non è solo legato a una specifica località, ma rappresenta un forte legame identitario con la cultura della Terra d’Otranto. I loro spettacoli sono un omaggio alla terra salentina, ricchi di canti popolari e tributi culturali che incantano il pubblico.
Musica classica all’Università della Tuscia
Non solo folk, ma anche musica classica sarà protagonista a Fabrica di Roma. All’auditorium di Santa Maria in Gradi, il 18 gennaio alle 17, si svolgerà un concerto in collaborazione con Avos Project. Il direttore artistico Franco Carlo Ricci ha annunciato la presenza di musicisti di grande valore, come il pianista Massimo Spada e il Quartetto d’archi Alfieri. Il programma prevede l’esecuzione di opere significative, tra cui il Quartetto per archi in Fa maggiore op. 77 n. 2 di Franz Joseph Haydn e il Quintetto per pianoforte e archi n. 1 in fa minore di Giovanni Sgambati.