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La creatività secondo Ian Anderson
Ian Anderson, il carismatico leader dei Jethro Tull, ha recentemente condiviso le sue riflessioni sulla creatività e sull’uso di sostanze nel processo artistico. In un’intervista con Contact Music, ha affermato con fermezza di non aver mai fatto uso di droghe per stimolare la sua creatività. Secondo Anderson, l’idea che alcol e droghe possano migliorare il processo creativo è un mito. “Il mio istinto mi dice che il bere e le droghe non aiutano il processo creativo”, ha dichiarato, sottolineando come la vera ispirazione arrivi in modo naturale e spontaneo.
Il rispetto per la musica e i musicisti
Anderson ha anche riflettuto sul suo approccio al mondo della musica, rivelando che la sua scelta di evitare il lato festaiolo del rock and roll potrebbe avergli guadagnato una reputazione di distacco. “Probabilmente alcuni altri artisti con cui abbiamo lavorato hanno pensato che fossi un po’ un pezzo di merda, distaccato e poco amichevole”, ha detto. Tuttavia, il musicista scozzese ha sempre avuto un profondo rispetto e ammirazione per i suoi colleghi, ritenendo che la dedizione alla musica debba prevalere su qualsiasi tentazione legata a sostanze.
Riflessioni su artisti e produttori
Nel corso dell’intervista, Anderson ha menzionato il suo amico George Martin, noto produttore dei Beatles, e ha ipotizzato quanto potesse essere difficile lavorare in studio con artisti che facevano uso di droghe. “Immagino che George abbia trovato piuttosto difficile stare in uno studio con i Beatles”, ha affermato, evidenziando le sfide che un produttore può affrontare in tali circostanze. Inoltre, ha citato Frank Zappa come un altro esempio di artista che ha scelto di non farsi coinvolgere dalle droghe, dimostrando che è possibile avere successo nella musica senza dipendere da sostanze.
La tentazione e la realtà
Quando gli è stato chiesto se avesse mai avuto la tentazione di provare droghe, Anderson ha risposto in modo chiaro. Ha rivelato di aver sempre pensato che, se mai avesse dovuto affrontare una malattia terminale, potrebbe considerare l’uso di morfina per alleviare il dolore. “C’è una probabilità del 50 percento che trascorrerò i miei ultimi momenti in questa vita sotto l’effetto lenitivo di un farmaco di classe A”, ha spiegato. Questa affermazione mette in luce la complessità delle scelte personali e professionali nel mondo della musica, dove la creatività e la salute mentale sono spesso messe alla prova.