Il potere della musica: l’impatto del reggae sulla crisi etiope degli anni ’80

Un viaggio attraverso la storia di un singolo di beneficenza che ha unito artisti britannici per una causa importante.

Il contesto storico della crisi etiope

Negli anni ’80, l’Etiopia affrontava una delle sue peggiori crisi umanitarie, caratterizzata da carestie devastanti che colpirono milioni di persone. Questo dramma non passò inosservato, specialmente tra le comunità afro-caraibiche nel Regno Unito, dove la musica reggae era un potente veicolo di espressione culturale e sociale. Artisti come Aswad, Dennis Brown e Janet Kay si unirono per affrontare questa emergenza, creando un singolo di beneficenza che mirava a raccogliere fondi per le vittime della carestia. La loro iniziativa, “Let’s Make Africa Green Again”, non solo cercava di alleviare la sofferenza, ma anche di sensibilizzare l’opinione pubblica su una crisi che, sebbene fosse già nota, ricevette una visibilità limitata nei media mainstream.

Un progetto collettivo di solidarietà

Leon Leiffer, un attivista e musicista, fu il motore di questa iniziativa. Inizialmente, pensò di organizzare un concerto, ma le difficoltà logistiche lo portarono a optare per la registrazione di un disco. Con il supporto di Eddy Grant, che mise a disposizione il suo studio, il progetto prese vita. La registrazione coinvolse oltre 200 artisti, creando un’atmosfera di collaborazione e inclusione. Questo evento non rappresentò solo un’opportunità per raccogliere fondi, ma anche un’importante affermazione della cultura nera britannica, in un periodo in cui le immagini negative sui giovani neri erano prevalenti a causa dei disordini sociali.

Il concerto di Shoreditch Park e il suo significato

Nonostante il singolo non ricevette la visibilità che meritava, il gruppo di artisti continuò a lavorare instancabilmente. Nel 1986, riuscirono a organizzare un concerto di beneficenza a Shoreditch Park, che attirò oltre 10.000 persone e raccolse 8.000 sterline. Questo evento rappresentò un momento cruciale non solo per la musica reggae, ma anche per la comunità nera britannica, che trovò in esso un modo per affermarsi e contrastare le narrazioni negative. Negli anni successivi, il riconoscimento per il lavoro di Leiffer e del Brafa (British Reggae Artists Famine Appeal) arrivò nel 2021, quando un piazzale fu intitolato a loro, segnando un importante passo verso la valorizzazione della loro eredità.

Scritto da Redazione

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