Il suono iconico della Rickenbacker nei Baustelle

L'album 'El Galactico' dei Baustelle celebra la Rickenbacker, chitarra iconica che attraversa il tempo e le generazioni, fondendo folk e modernità.

Il ritorno della Rickenbacker nell’album ‘El Galactico’

Nel nuovo disco dei Baustelle, intitolato ‘El Galactico’, il suono della Rickenbacker si ripropone come un simbolo di continuità e innovazione musicale. Con dodici corde elettriche e atmosfere californiane, questo album trasporta gli ascoltatori in un mondo che mescola il classicismo del folk-rock con la modernità della psichedelia. Francesco Bianconi, il frontman della band, descrive questo lavoro come un vero e proprio ritorno a casa e un atto d’amore per una certa idea di musica.

La Rickenbacker: un viaggio attraverso la storia

“In ‘El Galactico’ abbiamo utilizzato massicciamente la Rickenbacker”, racconta Bianconi. La sua prima chitarra elettrica, una Rickenbacker 360, è stata un regalo dei suoi genitori per il compleanno dei diciotto anni, e rappresenta un legame profondo con la musica e la sua evoluzione. Già in passato, i Baustelle avevano utilizzato la Rickenbacker in ‘Mistici dell’Occidente’, ma in questo nuovo progetto la dimensione folk-rock elettrica diventa centrale. La Rickenbacker è riconosciuta per il suo suono distintivo, evocando le sonorità dei Byrds e l’estetica del college rock degli anni ’80.

Il potere evocativo della Rickenbacker

La Rickenbacker ha una storia affascinante: tutto ha inizio in California negli anni ’30, con la creazione della prima chitarra elettrica, conosciuta come “frying pan” per la sua forma unica. Questo strumento ha rivoluzionato la musica, diventando sinonimo di innovazione e stile. Negli anni ’60, i Beatles hanno portato la Rickenbacker nelle case di milioni di fan, con John Lennon che acquistò un modello 325 Capri. George Harrison, dal canto suo, ha reso la 12 corde un elemento distintivo di brani iconici come ‘A Hard Day’s Night’.

Un simbolo di un’epoca

La Rickenbacker ha raggiunto lo status di leggenda grazie ai Byrds, che hanno elettrificato il folk dylaniano con brani come ‘Mr. Tambourine Man’. Il suono scintillante e arpeggiato, noto come jingle-jangle, è diventato il marchio di fabbrica di un’intera generazione musicale. Negli anni ’70 e ’80, artisti come Tom Petty, Peter Buck dei R.E.M. e Johnny Marr degli Smiths hanno continuato a far vibrare le corde di questo strumento, mantenendolo al centro della scena musicale.

Rickenbacker e musica italiana

Il timbro della Rickenbacker è presente anche nella musica italiana, con artisti come Eros Ramazzotti e Cesare Cremonini che ne hanno fatto uso nelle loro canzoni. Oggi, giovani band come i Lemon Twigs reinterpretano questo suono classico con un tocco moderno, dimostrando che la Rickenbacker non è solo un simbolo del passato, ma continua a ispirare nuove generazioni di musicisti.

Una selezione di brani imperdibili

Francesco Bianconi ha condiviso una lista di album che rappresentano il jingle-jangle della Rickenbacker, una sorta di mappa sentimentale per chi vuole immergersi in questo suono:

  • The Byrds – “Mr. Tambourine Man”, “Turn! Turn! Turn!”, “Fifth Dimension”, “Younger Than Yesterday”
  • R.E.M. – “Murmur”, “Reckoning”, “Document”, “Green”, “Lifes Rich Pageant”
  • Smiths – “In molti dischi, con i grandi riff e arpeggi di Johnny Marr”
  • Tom Petty – “Full Moon Fever” (“quello con ‘Free Fallin’’, album stratosferico”)
  • Love – “Love” (1966)
  • Buffalo Springfield – “Buffalo Springfield” (1966) e “Buffalo Springfield Again” (1967)
  • The Association – “Insight Out”

Questo viaggio attraverso la storia della Rickenbacker e il suo impatto sulla musica è un invito a riscoprire sonorità che hanno segnato intere generazioni e continuano a farlo ancora oggi.

Scritto da AiAdhubMedia

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