Il tour dei Pink Floyd: un viaggio tra musica e spettacolo

Scopri come i Pink Floyd hanno rivoluzionato il concetto di concerto dal vivo nel 1975.

Un’epoca di innovazione musicale

Nel 1975, i Pink Floyd intrapresero un tour che non solo presentava la loro musica, ma ridefiniva anche l’esperienza del concerto dal vivo. Con l’uscita dell’album “Wish You Were Here”, la band britannica decise di portare sul palco non solo le nuove canzoni, ma anche un’innovativa esperienza visiva che avrebbe lasciato il pubblico senza fiato. Questo approccio pionieristico ha segnato un punto di svolta nella storia dei concerti, dove la musica si univa a un’esperienza visiva straordinaria.

Effetti speciali e sfide tecniche

Il batterista Nick Mason, nella sua autobiografia “Inside Out”, racconta come il tour del 1975 fosse caratterizzato da effetti speciali mai visti prima. La band, desiderosa di superare i limiti della performance dal vivo, si avvalse di esperti per creare uno spettacolo che combinava musica e pirotecnica. Tuttavia, nonostante gli sforzi, ci furono momenti di caos. Un episodio memorabile avvenne quando la band tentò di far esplodere un tabellone segnapunti durante un concerto a Detroit, causando danni ingenti e un’esplosione che rimase nella memoria di tutti i presenti.

La piramide gonfiabile e il suo destino

Un altro tentativo audace fu l’uso di una piramide gonfiabile, progettata per galleggiare sopra il palco. Tuttavia, il primo tentativo di utilizzo si rivelò disastroso: il vento la fece oscillare e alla fine si schiantò nel parcheggio, diventando un souvenir per i fan. Questi eventi dimostrano come, nonostante l’impegno e la creatività, la tecnologia e le condizioni atmosferiche potessero giocare brutti scherzi. La band, però, non si lasciò scoraggiare e continuò a innovare, cercando sempre di offrire uno spettacolo indimenticabile.

La registrazione dei concerti e l’eredità

Nonostante il grande successo del tour, Mason espresse rammarico per il fatto che non ci fossero registrazioni professionali degli spettacoli. La paranoia riguardo ai bootlegger portò a una mancanza di documentazione visiva, ma fortunatamente, il bootlegger Mike “The Mic” Millard riuscì a catturare alcuni concerti in modo clandestino. Le sue registrazioni di alta qualità divennero preziose testimonianze di un’epoca in cui la musica dal vivo stava evolvendo rapidamente. Il tour del 1975 rimane un capitolo fondamentale nella storia della musica, un esempio di come l’arte possa superare i confini e creare esperienze indimenticabili.

Scritto da Redazione

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