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Il debutto di Shablo al Festival di Sanremo
Shablo, noto deejay e produttore musicale, fa il suo ingresso al prestigioso Festival di Sanremo con la canzone “La mia parola”. Questo evento rappresenta un momento significativo non solo per la sua carriera, ma anche per il panorama musicale italiano. Con lui, sul palco dell’Ariston, ci sono artisti di spicco come Guè, Tormento e Joshua, che partecipano in qualità di collaboratori, prestando le loro voci senza gareggiare. Questo approccio innovativo di Shablo segna un cambiamento nel modo in cui gli artisti possono interagire e collaborare all’interno di un contesto così competitivo.
Un manager tra i big della musica
Oltre a presentare la sua canzone, Shablo ricopre anche il ruolo di manager per tre artisti in gara: Gaia, Irama e Rkomi. Questo duplice ruolo evidenzia la sua versatilità e la sua capacità di navigare tra le diverse sfaccettature dell’industria musicale. In un’intervista, Shablo ha rivelato di aver pensato di essere l’unico manager in gara, ma ha scoperto che anche Adriano Celentano condivideva questa esperienza. La sua affermazione, “Io comunico con la musica, ho gli altri artisti che sono la mia parola”, sottolinea l’importanza della comunicazione e della connessione emotiva nella musica.
Innovazione e apertura nel panorama musicale
Shablo ha sempre creduto nell’importanza di innovare e di aprire le porte a nuovi talenti e produttori. La sua partecipazione al Festival di Sanremo non è solo una vetrina per la sua musica, ma anche un’opportunità per mettere in luce altri artisti emergenti. La sua visione di un’industria musicale più collaborativa e inclusiva è un messaggio potente, soprattutto in un momento in cui la musica sta attraversando rapidi cambiamenti. Con la sua presenza al Festival, Shablo non solo celebra il suo talento, ma incoraggia anche una nuova generazione di artisti a esprimere la propria voce e a collaborare per creare qualcosa di unico.